Progetto Generi e Generazioni

Progetto Generi e Generazioni

PER TESSERE INSIEME IL FILO DELLA MEMORIA E NUOVE E FECONDE TRAME PER LE NOSTRE COMUNITA’

La FAP-Acli di Isernia ha aderito al progetto “Generi e Generazioni”. Promosso dalla Fap Acli Nazionale, dal Coordinamento Nazionale di Giovani Aclisti con il supporto della funzione formazione delle Acli Nazionali IN COLLABORAZIONE CON LE Acli del Molise aps con progetto del 5xmille. L’iniziativa è nata per promuovere percorsi significativi nelle comunità locali, favorendo il dialogo intergenerazionale e promuovendo viaggi nella memoria. Il progetto realizzato nella città di Isernia si è concluso con un evento dove molto forte è stato il dialogo sulla Resistenza e sulla Costituzione approfondendone il valore partendo dalla figura di Aldo Moro. Aldo Moro nacque a Maglie, in provincia di Lecce, il 23 settembre 1916 e fu ucciso a Roma il 9 maggio 1978, 55 giorni dopo il sequestro del 16 marzo. La sua figura di uomo di Stato emerge già alla fine della seconda guerra mondiale, quando nel 1946 Moro è eletto all’Assemblea Costituente come rappresentante della Democrazia Cristiana ed entra a far parte della “Commissione dei Settantacinque, gruppo che ha il compito di redigere il testo costituzionale. Da antifascista, democratico e cattolico il suo ruolo appare fondamentale nella definizione di quei principi che innervano la nostra carta costituzionale per costruire e ricostruire sulla base dei valori di libertà, giustizia e solidarietà il tessuto morale e civile degli italiani, lacerato dalla dittatura fascista prima e dall’atroce conflitto mondiale poi. Negli anni successivi ricopre alcuni fra gli incarichi governativi più importanti, compreso quello di Ministro della Pubblica Istruzione tra il maggio del 1957 e il febbraio del 1959, con il merito di introdurre l’educazione civica-oggi inesistente-come materia di insegnamento nelle scuole medie, ritenuta indispensabile per trasformare i bambini, fin dai banchi di scuola, il cittadini democratici e consapevoli ma soprattutto capaci di interpretare e realizzare una società aperta, plurale e democratica. L’attenzione alle esigenze delle studentesse e degli studenti, insieme all’ascolto dei problemi dei giovani, accompagnano in modo costante l’attività di Moro anche Durante i momenti di massimo impegno politico e istituzionale come Presidente del Consiglio nel periodo del centro-sinistra organico”(1963-1968) e negli anni dei governi di solidarietà nazionale (1976-1978). Uomo politico capace di coltivare strategie di ampio respiro, con lucida sensibilità avverte la maturazione di una gioventù che vuole sentirsi protagonista nelle dinamiche della società e comprende il crescente fenomeno del disagio giovanile. A Bologna durante il convegno nazionale del 19 marzo 1968 del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana dice: “Ed io sono qui, per dirvi che sentiamo questa vostra maturità e presenza, che abbiamo fiducia in voi, che cogliamo i tanti problemi che i giovani propongono, che siamo pronti a lavorare in ogni campo, perché si dia risposta ad ogni interrogativo e sia soddisfatta, nei limiti delle nostre possibilità, ogni vostra legittima esigenza. E’ segno questo della crescente partecipazione dei giovani, in posizione di responsabilità, alla vita culturale, sociale e politica del Paese. Il dialogo e il confronto con i giovani è un punto fondamentale per Moro. Il suo insegnamento e la sua testimonianza, ancora oggi attuali per rispondere alle sfide della società contemporanea, scuotono la coscienza di quanti hanno a cuore la sorte dei nostri ragazzi e dell’ltalia. “Mi pare in sostanza che nel nostro Paese non vi sia ancora, e si debba invece creare quello stato d’animo che si dispone a rendere omaggio all’infanzia ed all’adolescenza come espressione della vita che cresce e, crescendo, si corregge di vecchi errori e si afferma in nuova verità ed umanità. Per i giovani c’è nel nostro Paese tenerezza e cura, ma essi non sono come dovrebbero, il centro della vita, coloro ai quali si subordina ogni interesse, coloro che rappresentano la parte migliore di noi e nei quali soltanto perciò la nostra vita si compie e assume pieno valore”.

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